L’Alligatore di Massimo Carlotto diventa una serie tv. Una coproduzione Rai Fiction-Fandango, per la regia di per la regia di Daniele Vicari ed Emanuele Scaringi. Con Matteo Martari, Thomas Trabacchi, Gianluca Gobbi, Valeria Solarino, Eleonora Giovanardi, Fausto Sciarappa, Andrea Gherpelli.
La serie sarà distribuita in anteprima su RaiPlay dal 18 novembre e andrà in onda su Rai2 dal 25 novembre per quattro serate.
Marco Buratti, detto l’Alligatore, è un ex cantante Blues e ormai ex galeotto, tornato in libertà dopo sette ingiusti anni passati in carcere. La donna che ama lo ha abbandonato, gli restano però le amicizie con gli ex compagni di cella, amicizie che userà per muoversi abilmente nel mondo della malavita. Diventerà così un investigatore sui generis alla personale ricerca della giustizia, quotato tra gli avvocati ma sempre ben lontano dalla polizia.
Tre i romanzi di Massimo Carlotto che sono stati adattati per la serie: La verità dell’Alligatore, Il corriere colombiano e Il maestro di nodi.
Guarda la serie e i contenuti speciali su RaiPlay.
Com’è nato l’Alligatore
«L’Alligatore è nato dopo una lunga riflessione. Mi volevo dedicare al romanzo poliziesco e al noir, ma non mi piacevano i personaggi classici dell’esperienza italiana. Non volevo un personaggio legato alle istituzioni perché mi avrebbe vincolato ad una verità istituzionale. Allora mi sono inventato questo personaggio, un ex galeotto che ha scontato sette anni di galera innocente e che si è messo al servizio di quegli avvocati che hanno bisogno di entrature nel mondo della malavita per togliere dai guai i loro clienti. L’Alligatore proviene dall’esperienza degli anni Settanta, è un ex cantante di blues con una passione per il Calvados ed è un personaggio che si rifà all’esperienza hard boiled americana, ma è tipicamente italiano. Ha due soci, Beniamino Rossini contrabbandiere e rapinatore e Max la memoria un reduce dell’esperienza del movimento degli anni Settanta. Il loro interesse nel risolvere i casi non è quello solo di trovare i responsabili di determinati atti, ma di raccontare la realtà che circonda gli avvenimenti narrati nel romanzo. D’altronde il ruolo del noir è proprio questo: raccontare una storia criminale è una scusa per raccontare un contesto».
Massimo Carlotto